ILLUSTRAZIONI
Per Anthea
Dipingere- illustrare- incidere- far scultura … sperimentare …
ricerca in tutte le direzioni- senza preoccupazione- senza regole ed
è ritorno all’infanzia- al bambino che
costruisce attraverso il proprio mondo
che si identifica e gioca.
Lavoro di ricordi- di situazioni- di fatti in segni scarni, indicativi, essenziali
per traduzioni che inducono alle storie- come burattini e
labile è il confine tra le varie espressioni- lavoro non ancora ben definitosi
sente ancora lo spirito accademico.
E l’ingenuità ne fa da padrona ed il tutto si rispecchia nella traduzione pittorica.
Difficile è il dipanarsi nello scrivere e nel leggere il lavoro proposto
per molteplicità di formulazioni espressive
per non definita linea
per non stabilita finalità.
E i rimandi sono ancora presenti anche se in formulazioni meno ossessive.
I colori infiammano le composizioni e le superfici vengono trattate come luogo di riempimento
come traducono i bambini- come vedono i bambini quasi
a reinventarne il momento
in posizione simile per rifare l’attimo
per porsi nelle stesse condizioni, per vivere le stesse emozioni, per identificarsi.
E allora cosa centra la pittura?
Forse nulla… ma la pregnanza del contenuto indica sensibilità straripante- voglia di dipingere e
la necessità di trascrivere è impellente
ed emerge tutta la freschezza del giovane:
curioso- indagatore- attento.
Ma in più attenta lettura la trascrizione grafica, meglio calcografica- emerge più esigente
per legami più vicini alla illustrazione
ed allora affiora l’esperienza di scuola- la scoperta- il rigore della tecnica.
E l’attesa è per una futura definizione del proprio lavoro
per una più attenta ricerca- forse a discapito dell’ ingenuità propria
e le capacità esistono come pure la sensibilità
ma la necessità delle scelte sono necessarie
e sicuramente avverranno
per ora accettiamo e viviamo questi attimi
freschi- istintivi- giovanili per
avere la possibilità di usufruire di quel candore
per godere di quella gioia
per assaporare quel mondo
che purtroppo il quotidiano ci nega
per in definitiva ritornare un po’ bambini
senza mai dimenticare che
l’artista è comunque un bambino.
Francesco Preverino